Perché “Potere al popolo”

È nella spinta suscitata dai giovani napoletani dell’ex-OPG che le energie positive del 4 dicembre 2016 hanno adesso maggiore opportunità e maggiore probabilità di manifestarsi il prossimo 4 marzo: prima che la Corte costituzionale, e i fatti, aprano nuovi scenari.

 

Quello che è stato finora il peggiore Parlamento nella storia della nostra Repubblica è uscito silenziosamente di scena quasi alla vigilia del Capodanno nel modo peggiore, dopo una vile fuga di fronte ai diritti reclamati da nuovi giovani italiani non riconosciuti come tali, e dopo avere frettolosamente rabberciato una legge elettorale bizzarra e complicata (oltreché ancora una volta illegittima) obbediente a calcoli di breve respiro: talmente breve da gettare adesso quasi nel panico i suoi geniali ideatori. Il PD renziano rischia in effetti di arrivare soltanto terzo nel voto previsto per il 4 marzo di questo 2018, quando gli effetti del Rosatellum avranno ingigantito la stessa maggioranza relativa cui la tradizionale coalizione di centro-destra sembra tendere nei sondaggi (avendo già del resto prodotto la sua altrimenti difficile ricostituzione). Il sempre più ambiguo e pericoloso movimento pentastellato, a causa degli stessi effetti, avrà forse diminuite possibilità di accedere al governo (e questo, in sé, non è certo un male): ma resta la principale manifestazione attesa del cosiddetto “voto di protesta”, naturalmente fino a quando non si considera il puro e semplice “non voto”, che è poi la vera e principale espressione della protesta e del rifiuto finora rilevata.

L’eccezionale affluenza alle urne in occasione del referendum del 4 dicembre 2016, quando i pronostici furono sconvolti, e la Costituzione salvata, grazie alla partecipazione massiccia del sommerso popolo dell’astensione (soprattutto giovanile) costituisce certo un precedente di grande importanza. Può ripetersi, e come?

Non sembra probabile che il personale politico della sinistra rappresentata nel Parlamento uscente, che oggi si oppone al PD renziano, possa aspirare a rappresentare molto di una così grande energia sommersa. Le sue credenziali sono indebolite da una storia, e da un’immagine conseguente, che non sono prevalentemente di opposizione. Appare perciò ben difficile che il suo appello possa avere effetti che vadano oltre una semplice redistribuzione di peso e di influenza entro l’area consolidata (e drammaticamente limitata) di quello che è stato finora l’elettorato votante. Il tentativo di coinvolgere tale personale politico entro un più ampio progetto di auto-organizzazione del fronte della resistenza democratica intorno ai valori sociali della Costituzione, sviluppato mediante l’assemblea del Brancaccio del 18 giugno è fallito, per ora, di fronte a loro dure riserve di autoreferenzialità.

Per il momento, dunque, è nella spinta suscitata dai giovani napoletani dell’ex-OPG, cioè nella lista di “Potere al popolo” che le energie positive del 4 dicembre 2016 hanno maggiore opportunità e maggiore probabilità di manifestarsi il prossimo 4 marzo. Si può prevedere che la misura della riuscita della scommessa sarà data già dai primi dati di affluenza alle urne: da quanto cioè questi saranno vicini alla e cifre del 4 dicembre 2016 piuttosto che a quelli del 24 febbraio 2013.

Si tratterà comunque di una prova generale. Una seconda e più matura prova seguirà probabilmente non molto tempo più tardi, per opera della Corte costituzionale, o semplicemente dei fatti.

Raffaele D’Agata



Categorie:Uncategorized

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